DISEGNO: LA RAPPRESENTAZIONE DELLA VISIONE


“Si forma nella mente, ha scritto il Vasari, quella tal cosa che poi espressa con le mani si chiama disegno”. E il sigillo di una illuminante intuizione altrimenti inafferrabile. L’ idea del disegno, corrisponde, in ultima analisi all’ idea dell’ arte, alla poetica che l’opera dell’artista possiede e riflette secondo una dimensione storica ed estetica non riconducibile ad un atteggiamento generale, bensì al processo peculiare della sua concreta strutturazione. Il tratto, o il segno, si articola su un registro anche formale, assai limitato e più specificatamente sull’alternanza del bianco e del nero, sullo spazio pieno e su quello vuoto, sulla linea che annulla con il margine dell’ insondabile e precisa il limite del definibile. Come ogni altra forma d’arte, il disegno, attua la sua funzione primaria nella concretezza linguistica ed espressiva di un risultato che giustifica le “le vere scienze”. Sulla superfice bianca il segno inizia l’esplorazione dello spazio, tramite proporzioni e misure, per entità figurative e geometriche, per rapporti e differenze secondo un modello imitativo o fantastico, storia psicologica o autobiografica dell’artista, resa con linguaggio approssimativo, con una connotazione analogica, con una evidenza espressiva quasi immateriale.

“IL TRATTO, O IL SEGNO, SI ARTICOLA SU UN REGISTRO ANCHE FORMALE, ASSAI LIMITATO E PIÙ SPECIFICATAMENTE SULL’ALTERNANZA DEL BIANCO E DEL NERO, SULLO SPAZIO PIENO E SU QUELLO VUOTO, SULLA LINEA CHE ANNULLA CON IL MARGINE DELL’ INSONDABILE E PRECISA IL LIMITE DEL DEFINIBILE.”


Pertanto sia il disegno, inteso nei suoi mezzi più che nelle sue funzioni tradizionali, sia il design, come diverso ed ulteriore sviluppo della cosa mentale in cosa fattale, sia la grafica, stessa in genere, nella varietà oggi veramente inesauribile dei suoi mezzi e delle sue forme, si pongono tra gli strumenti e le tecniche più efficaci e complete di operazionalità creative. Il disegno non risulta o meglio non si identifica soltanto col momento progettuale, bensì coll’intera dialettica dell’ atto creativo, del suo linguaggio, poiché qualunque sia il grado che raggiunge nello sviluppo dell’ operazione estetica si colloca come un aspetto non secondario o accessorio di tale processo creativo, in quanto ne strumenta relativamente delle fasi in un modo a sé peculiare, ma anche riflettente. Si avrà così all’interno di ogni grado del processo, all’interno di ogni singola operazione la medesima tensione del fare, la stessa volontà e intenzionalità. Il disegno che è ancora una tecnica ideativa per eccellenza e quindi un procedimento cosciente, critico, comunque se ne prospetti le funzioni o gli usi, sia in un sistema imitativo o comunicativo, della rappresentazione visiva, resta un oggetto dotato di una autonomia strutturale, fondata sulla organizzazione interna del suo codice grafico, di cui ne strumenta un preciso valore e comportamento o meglio, resta ancora uno dei modi con cui il sistema della comunicazione artistica riflette e trasmette il valore medesimo di una esperienza storica ed esistenziale.

Giulio Candussio