In terra acqua e aria | Biennale di scultura.

Sarò presente alla biennale di scultura “In terra acqua e aria” a Piazzola sul Brenta 24 aprile al 28 ottobre 2015, con le mie opere “UNTITLED 1 e 2”. L’esposizione è organizzata dal Comune di Piazzola sul Brenta in collaborazione con la Pro Loco e l’Assessorato alla Cultura della Regione Veneto. Un evento d’arte contemporanea a cui parteciperò con grande soddisfazione.
Un evento di livello internazionale, curato dal professor Giuseppe Pin, con interventi di critici e professori del livello di Vittoria Coen, Carla Chiara Frigo e Boris Brollo. Un viaggio nell’arte contemporanea che vede protagonisti altri artisti di fama nazionale e internazionale, tra cui Alessandra Bonoli, Brunivo Buttarelli, Annamaria Gelmi, Eloisa Gobbo, Marco Milia, Elena Pizzato (Ketra), Franco Repetto, Igino Legnaghi, Vinicio Momoli, Alessandro Pellegrinetti e Alberto Timossi.
Una testimonianza curatore e ideatore di questo evento: “Le oltre cento opere esposte tra sculture, interventi e installazioni ambientali, accoglieranno lo spettatore in un percorso nel mondo contraddittorio dell’arte contemporanea, dove la molteplicità dei linguaggi, dallo sperimentale alla più tradizionale tecnica scultorea, si esprimerà con un gioco di armonie e contrappunti in un circuito all’aperto tra spazio, opera e fruitore”.

GIULIO CANDUSSIO

La recensione di BORIS BROLLO

Quando in “2001: Odissea nello spazio” appare il monolite metallico esso ha una struttura liscia levigata e quindi la nostra mente gioca sullo sguardo di un dentro/fuori, in quanto il vedere vi scivola sopra, pertanto ci si attende dallo stesso monolite un suono, una contorsione, uno sparire immediato dalla vista. Un po’ come avviene quando guardiamo, oggi, un grattacielo in vetro e acciaio: al di là della forma la mente gioca sulla vita possibile che lo potrebbe animare. Probabilmente queste sensazioni hanno mutuato l’esperienza greca: le immagini delle colonne che poste in alto nell’Acropoli venivano “bruciate” dalla luce del sole, ed ecco allora l’ingegno umano rastremarle raccogliendone l’ombra nelle insenature scavate a mano per renderle durature e non farle smangiare dalla luce del sole. Così l’uomo imparò ad istoriare i monoliti, anche al seguito della Natura che per tramite degli elementi esogeni usava segnarli, scavarli, imprimere in essi il segno del tempo e della storia della Natura medesima. Parimenti lo scultore Giulio Candussio erige un monolite che opportunamente lavorato diventa un totem. IL totem raccoglie in sé simboli e valori che gli provengono dalla trasmissione del lavoro umano scavato in esso. E quindi non è più un semplice monolite, ma la rappresentazione di una storia. Storia di una modalità operativa. Storia di una manualità fattiva. Storia di un momento che racconta lo Spirito del Tempo. Storia di una esistenza: quella dello scultore. Giulio sa tutto questo e procede lentamente nel suo fare sapendo che la sapienza operativa è la sapienza del tempo nel tempo che resta impresso a futura memoria.